
Alatri è una cittadina situata nel cuore della Ciociaria, alle pendici dei Monti Ernici, confine naturale tra Abruzzo e Lazio. È di notevole interesse storico e turistico per i suoi reperti storici e per le sue manifestazioni folkloristiche.
È una delle località più conosciute della Ciociaria, in quanto è famosa per le sue mura megalitiche, si dice risalenti addirittura alla sua fondazione, le quali cingono quel che resta della vecchia Acropoli, nel cuore del centro storico. La cittadina fu protagonista del secondo conflitto mondiale, in quanto, oltre alle perdite umane, si istituì il campo di concentramento delle Fiaschette, in funzione fino al 1944. Nonostante la distruzione di importanti edifici, nel Dopoguerra Alatri conobbe la sua rinascita, grazie alla ricostruzione. In breve tempo, divenne un importante e florido centro commerciale e industriale, specialmente nei settori alimentare, edile, confezioni ed elettronica. Sede di molte strutture e attività legate al turismo e alla ristorazione, dove si può gustare appieno la cucina ciociara, vanta numerose attività e aziende del settore terziario.
Le sue mura megalitiche sono alte circa 21 metri e lunghe 3 metri: sono importanti perché sono state realizzate con la tecnica ad incastro (niente calce o collanti). Recentemente, gli esperti hanno trovato su una roccia un importante graffito raffigurante una specie di tempio, il quale combaciava perfettamente con l’allineamento degli astri. L’Acropoli ha una rampa di accesso, ma anche due porte d’entrata: la Porta Maggiore e la Porta Minore. La prima è ispirata a quella della mitica città di Troia, mentre nella seconda sono scolpiti simboli di fertilità (da qui il nome Porta dei Falli o della Fertilità). Ancora non ci sono spiegazioni certe sull’orientamento delle due entrate (la Porta Maggiore a sud est, mentre la Porta della Fertilità a sud ovest); si sa per certo che a sud dell’Acropoli, dai resti di un tempio dedicato a Saturno, si eresse la Cattedrale di San Paolo e San Sisto I e l’attiguo Vescovado.
Entrambi eretti in epoca medievale, subirono una drastica ristrutturazione nel XVIII secolo. La cattedrale, pur mantenendo la pianta a croce latina a tre navate, si presenta con elementi e capolavori settecenteschi, come il campanile. Dentro un cappella di questa chiesa è conservata la particola del “Miracolo dell’ostia incarnata”, riconosciuto regolarmente dalla Chiesa Cattolica; la storia è raffigurata in un ciclo di affreschi all’interno dell’edificio religioso, lungo le pareti laterali: una giovane donna si fece convincere da una vecchia megera di trattenere l’ostia consacrata in bocca al momento dell’Eucarestia, per consegnargliela in un secondo momento. La giovane nascose l’ostia e si recò a prenderla dopo tre giorni, scoprendo che la particola si era trasformata in un pezzo di carne umana ancora sanguinante. Pentita, la giovane corse dal vescovo e consegnò il pezzo di carne.
Alatri ha numerosi edifici storici oltre la Cattedrale, tutti trovabili attorno alle mura dell’acropoli, come le fontane ottocentesche, il Palazzo Gottifredo, sede del Museo Civico, e la chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore, edificio romanico–gotico che sorge dalle ceneri di un tempio dedicato alla dea Venere. Particolare interesse destano i capolavori di diverse epoche, il più importante di tutti è senz’altro la Madonna di Costantinopoli, ispirata all’arte bizantina e risalente tra il XII e il XIII secolo, ma dotata di grande plasticismo.
Le manifestazioni folkloristiche attirano turisti da ogni parte del Mondo: le più importanti sono senz’altro la rievocazione delle Sacre Scritture, della Via Crucis e del Golgota durante la Processione del Venerdì Santo, l’Infiorata del Corpus Domini (entrata anche nel Guinness dei Primati), il Festival Internazionale del Folklore, durante il quale si svolge il Palio delle Quattro Porte, in costume d’epoca (si fa rotolare una forma di formaggio) e i festeggiamenti della Madonna della Libera, compatrona di Alatri.