
Abitata fin da epoca paleolitica, secondo la tradizione presso Sperlonga sorgeva la mitica Amyclae, città fondata dagli spartani. I romani apprezzando fortemente il territorio, forse per conformazione e clima gradevole e mite, l’abitarono da subito, abbellendola con preziose ville riservate ai ceti privilegiati e soprattutto all’imperatore. Resta ancora traccia di questa sontuosa villa, la cui costruzione venne inaugurata da Tiberio imperatore, la quale comprende una grotta naturale modificata dal lavoro certosino dell’uomo , nella quale erano presenti delle meravigliose sculture che raccontavano delle peripezie di Ulisse. Queste lussuose strutture inoltre erano dedite ad incrementare l’industrai della pesca attraverso vasche utilizzate per l’allevamento del patrimonio ittico della zona. Quando Roma cade, e le invasioni barbariche si faranno pressanti, la villa imperiale verrà usata come rifugio e protezione dagli abitanti della zona (VI sec. a.C.). Il paese in ogni caso si sviluppa intorno ad un altro castello, sul promontorio di San Magno, 65 metri sul livello del mare, atto a difendere gli abitanti dalle perenni incursioni saracene. Saranno le cavità naturali presenti nella zona, note appunto come speluncae, a dare il nome alla città, Sperlonga. Il nome appare per la prima volta in un documento del X secolo, in cui si parla di un castello, il castrum Speloncae e di una piccola chiesa votata a San Pietro, protettore appunto dei pescatori. A lungo, seppure cinta da mura, Sperlonga permane un paese di pescatori, soggetti alle forti aggressioni dei pirati, nel 1534 viene addirittura distrutta da un attacco del pirata Khair Ad-Din, e la storia si ripeterà nel 1622. Tra il XVIII ed il XIX sec. la città acquisisce quella struttura abitativa a forma di testuggine, e verrà abbellita con la presenza di numerosi palazzi signorili e chiese.